La Logistica Distributiva Farmaceutica in Italia è una filiera oggi assicurata da circa 330 Aziende autorizzate, tra grandi gruppi multinazionali e medio piccole realtà nazionali, che dispongono di un elevato numero di magazzini. Il trasporto dei prodotti è invece garantito da un numero esiguo di corrieri specializzati rilevanti, supportati da un alto numero di piccoli vettori (i c.d. “padroncini”), negli ultimi anni però in forte diminuzione a causa della difficile situazione economico-finanziaria.
Gli aspetti critici che accompagnano il settore della Logistica Distributiva Farmaceutica sono numerosi, come ad esempio le cogenti condizioni per lo stoccaggio (a temperatura e umidità costantemente controllata, esclusivo e non promiscuo in termini di categoria merceologica, con sistemi di controllo degli insetti e dei roditori, ecc.); la formazione continua del personale impiegato; la gestione e la rotazione delle scorte dei prodotti a stock (logiche FEFO/FIFO); la gestione dei prodotti resi dal mercato (la cosiddetta “reverse logistics”); i piani di ritiro dei prodotti dal mercato (i cosiddetti “batch recall”); il numero molto alto dei centri di dispensazione o punti di vendita da raggiungere (circa 22.000 in Italia); le caratteristiche particolari dei prodotti da trasportare (termosensibili); l’obbligo di effettuare trasporti esclusivi, non promiscui e principalmente su gomma; la frequenza e le tempistiche di consegna, richieste anche più volte nell’arco della stessa giornata; la garanzia della tracciabilità e rintracciabilità dei lotti di prodotto; le logiche e le dinamiche di “security”, ovvero di protezione da eventuali furti e rapine; il controllo sulle catene di fornitura illegali di prodotti contraffatti.
Come direttamente riportato sul sito del Ministero della Salute, quando un medicinale esce dal sito di produzione entra nel circuito della distribuzione all’ingrosso ed accede alla fase di vendita al dettaglio e/o di dispensazione. La distribuzione del farmaco è attuata da una rete capillare di Distributori Intermedi presente su tutto il territorio nazionale che garantisce la reperibilità dei farmaci in commercio, la tempestività della consegna e la corretta conservazione del farmaco. I principali attori a cui è affidato l’arduo compito della Distribuzione Intermedia del farmaco in Italia sono i Depositari e i Grossisti, soggetti che devono essere autorizzati ai sensi del D.Lgs. 219/2006, Titolo VII (da art. 99 a art. 112) e successive modificazioni (D.Lgs. 274/2007).
I Depositari detengono e distribuiscono i medicinali ai Grossisti, alle strutture di dispensazione territoriali (es. ospedali, farmacie, parafarmacie, corner di GDO), ma anche ai privati, per conto delle aziende farmaceutiche Titolari A.I.C. o dei loro Rappresentanti; pertanto i Depositari non hanno la proprietà dei medicinali e non distribuiscono necessariamente tutti i farmaci ma solo quelli previsti nei contratti di deposito e di distribuzione primaria sottoscritti con le suddette aziende farmaceutiche committenti.
I Grossisti sono i veri Distributori Intermedi che, a differenza dei Depositari, hanno la proprietà dei medicinali che distribuiscono. Essi acquistano i medicinali dalle aziende farmaceutiche Titolari A.I.C. o loro Rappresentanti e li rivendono principalmente alle farmacie territoriali. A loro è quindi affidato il compito della distribuzione secondaria, ovvero la distribuzione alle oltre 18.000 farmacie pubbliche e private, che rappresentano l’ultimo anello della filiera farmaceutica.
A questi due primari attori della filiera di distribuzione primaria e secondaria si affiancano i corrieri, partner di servizio addetti alla fase di trasporto dei prodotti tra i vari punti della catena di fornitura ed approvvigionamento. I trasportatori sono oggi considerati l’anello debole della filiera, essendo in numero esiguo, avendo dimensioni ridotte e raggio di azione principalmente regionale e solo in pochi casi esteso a livello nazionale. Per la maggior parte si tratta di aziende a conduzione familiare, con limiti a livello organizzativo e di gestione manageriale.
Il “Paziente”, o meglio il “Paziente/Cliente” che utilizza e/o acquista un prodotto farmaceutico, ma anche un prodotto nutraceutico, parafarmaceutico, cosmetico o di Health&Beauty Care si trova all’estremità finale di una lunga catena che, a seconda della tipologia di prodotto, include il produttore del principio attivo (API), il sito di produzione e l’Officina Farmaceutica che effettua la preparazione, il sistema di distribuzione, il medico che lo prescrive, il farmacista che lo consegna ed infine chi lo somministra.
Parlare di Distribuzione Farmaceutica significa parlare di un servizio ad alto valore sociale che tuttavia ancora oggi è poco riconosciuto.
Si percepisce chiaramente il valore dell’industria a monte e altrettanto chiaramente quello della farmacia o del punto vendita a valle; i servizi dell’anello intermedio, benché meno noti, tuttavia sono di centrale importanza nella gestione integrata dell’attività di approvvigionamento di medicinali e dei prodotti.
Altro tema tipicamente “nostrano” è legato alle cosiddette “sinergie di filiera”, che richiedono sempre di più un’efficace lotta alla contraffazione dei prodotti ed un reale efficientamento dei processi distributivi e di richiamo dei prodotti dal mercato, i c.d. “recall”, che possono essere assicurati in maniera efficiente ed efficace solo se tutti gli anelli della Supply Chain dialogano attivamente scambiandosi le informazioni necessarie a garantire la qualità dei processi di stoccaggio, distribuzione e trasporto, in un virtuoso approccio alla “logistica collaborativa” intesa come piena tracciabilità e rintracciabilità dei vari passaggi tra gli operatori.
L’outsourcing logistico ha quindi sempre di più un ruolo di primo piano nel panorama distributivo italiano, non solo ovviamente dei prodotti della Salute, in cui le crescenti esigenze di miglioramento dei servizi impongono l’attuazione di una politica “Customer oriented”, pur sempre però sostenibile, che si traduce in riduzione dei tempi di risposta, fino al c.d. “just in time”, aumento della frequenza delle consegne, fino a 4 volte al giorno, incremento della capillarità per migliorare la distribuzione del c.d. “ultimo miglio” (o per restare in Italia, dell’ “ultimo chilometro”), crescita esponenziale della gamma di prodotti e servizi, sempre maggiore attenzione al cliente finale che come mai prima d’ora ha a disposizione molteplici canali di acquisto, oltre ad abitudini volubili e un approccio poco fidelizzabile.
In termini più generali, guardando al mercato globale e ai settori interconnessi, nel tempo sono state esternalizzate un numero crescente di attività relative principalmente al flusso fisico dei prodotti (dallo stoccaggio, al trasporto, all’allestimento ordini, alle lavorazioni di produzione e riconfezionamento secondarie, agli inventari, alla “reverse logistics”, ai piani di ritiro dei prodotti dal mercato, ecc.), alle distruzioni e smaltimenti, ai flussi informativi, ai controlli per fornire dati sui livelli di stoccaggio, alla processazione degli ordini, al recupero delle POD (“proof of delivery”, ovvero le prove di effettiva consegna dei prodotti), al controllo Qualità, ai servizi di “track & trace”, alle codicizzazioni gestite in radiofrequenza, alla fatturazione e pagamento elettronico, fino al “cash collection” o ancora più oltre, fino al “full title management”, per il quale il Titolare del prodotto deve solo ed esclusivamente pensare alla produzione perché a tutto il resto pensa il Partner Logistico.
Non solo servizi di base, quindi, ma sempre più attività ad alto valore aggiunto; una distribuzione efficiente ed efficace secondo nuovi target, basata sulla collaborazione in ottica “win/win” tra i vari operatori della filiera.
Come indicato da Assoram, Associazione di Categoria degli Operatori Commerciali e Logistica del mondo della Salute, nel proprio Compendio dal titolo “Buone Pratiche di Distribuzione Farmaceutica”, prima edizione novembre 2016, il sistema italiano della distribuzione farmaceutica e dei prodotti della Salute è molto diverso e molto più complesso rispetto a quelli degli altri Paesi europeo, dato che si configura chiaramente la necessità di dimensionare gli adempimenti normativi nazionali sugli aspetti di competenza dei diversi operatori, con ad esempio specifiche esenzioni per Depositari e dei Concessionari di vendita dagli obblighi relativi ad attività non gestite, proprie invece della figura prettamente commerciale del Grossista.