Nel 2019, durante il primo trimestre, il nostro Paese ha registrato un lieve incremento dell’occupazione rispetto al trimestre precedente (+0,1%).
Prima di addentrarci nelle dinamiche occupazionali, vediamo però qualche dato inerente, più in generale, l’andamento economico del 2019. Lo facciamo con l’aiuto dei dati riportati nel documento Previsioni dei fabbisogni occupazionali e professionali in Italia e medio termine (2019 – 2023) di Unioncamere – ANPAL, Sistema Informativo Excelsior.
Nella prima metà del 2019 l’andamento complessivo dell’attività economica in Italia è stato piuttosto debole:
– nel primo trimestre il PIL è cresciuto dello 0,2%, interrompendo la serie negativa dei due trimestri precedenti (-0,1% in entrambi i casi) che avevano fatto parlare di “recessione tecnica”;
– in luglio il Fondo Monetario Internazionale ha confermato la crescita del PIL dello 0,1%;
– le stime per il 2020 dicono che la crescita si fermerà al +0,8% (0,1 punti percentuali in meno rispetto al +0,9% stimato in aprile).
In questo scenario, dopo due cali consecutivi, il numero di persone occupate è tornato a crescere nel primo trimestre 2019 (+25 mila, +0,1%).
Per arrivare a ridurre davvero la disoccupazione è necessario rafforzare le competenze.
È un processo che riguarda sia chi cerca lavoro (competenze tecniche e “soft skills”), ma anche di chi un lavoro già ce l’ha. Infatti sono sempre di più gli occupati che si confrontano con la crescente automazione dei processi produttivi e organizzativi, che caratterizza industria e servizi, e porta a sostituire il lavoro umano con sistemi tecnologici sempre più intelligenti e con algoritmi.
Tutte le previsioni sottolineano la sempre maggior presenza del digitale nella vita di tutti i giorni. Questi cambiamenti fanno emergere anche nuove esigenze di tutela, sia in ambito digitale che lavorativo: la tecnologia impatta, infatti, sul mondo del lavoro generando fenomeni che richiedono nuove regole. L’istruzione è fondamentale.
Un primo aspetto interessante della ricerca per il comparto logistico, risiede nei criteri dello studio. Per delineare una previsione sui livelli occupazionali fino al 2023, è stato infatti considerato tra le variabili l’effetto delle esportazioni sul settore dei servizi, visto che determinerà un aumento di attività dei trasporti e della logistica.